4 marzo 2012

Il nostro Talento, un dono da saper gestire.


Amy Winehouse, Cassano, Whitney Huston,  grandi artisti nel loro specifico campo - anche se ognuno a modo suo -, ma anche grande talento sprecato. 
E che cosa ci lascia in bocca il talento sprecato quando ci confrontiamo con esso? Un senso di disagio, di rabbia e di disappunto, ma giudicare senza capire non aiuta perché  se, come recitava De Niro in Bronx “Non c’è niente di peggio che il talento sprecato”, è anche vero che spesso il potenziale incredibile che ognuno di noi ha, rimane inespresso per poca autostima, perché ci si è fatti ingabbiare in qualche modo dalla cultura moderna, in particolare da uno dei suoi aspetti più micidiali, ovvero il far pensare che sia l’unica cultura possibile. 

Ognuno di noi è un capolavoro inenarrabile e dovremmo uscire dalla tentazione (dalla schiavitù) del pensier0 che oramai la situazione è irreversibile. Ognuno di noi è il leader di se stesso.
E proprio oggi, il 4 marzo, come non pensare al gigantesco talento di un Uomo come Lucio Dalla che il suo talento, appunto, ha saputo gestirlo e farlo fruttare in modo eccezionale anche sapendosi donare agli altri, senza mai risparmiarsi, senza capricci, senza secondi fini. Un po' come quel servitore della parabola del Vangelo, che presentatosi al suo padrone disse "Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco ne ho guadagnati altri cinque". "Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone - sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto...perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha."

Grazie Lucio. 

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